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Dago Red Tour al Cecchetti

Mercoledì 13 maggio al Teatro Cecchetti arriva Dago Red Tour, un album trasformatosi in un concerto che vede insieme il cantautore Raiz e il chitarrista Fausto Mesolella per rileggere i classici della canzone napoletana aprendoli alla contaminazione con l’estero. Ad accompagnarli in questo viaggio Marco D’Amore, reduce dai successi internazionali di Gomorra – La serie e del film Perez: a lui il compito di amalgamare le note di Raiz e Mesolella alla grande tradizione teatrale napoletana.

 

L’obiettivo del progetto Dago Red è di abbattere i confini tra generi, fondere la canzone napoletana con i The Who, Gogol Bordello e Leonard Cohen. La narrativa e il canto, il passato e il presente sul medesimo palco, oltre i limiti dello spazio geografico, o geopolitico, e fisico. Oltre l’insulto di chi una volta era marinaio e s’imbarcava per i continenti portando nella sacca un destino da ricreare e tanta fame. È l’istinto che sta dietro le quinte e nelle vene di Dago Red: prima un album, uscito pochi mesi fa, oggi un concerto. Complici di uno studio che muove dalle origini dell’arte del Sud e arriva lontano. Non snaturandosi bensì moltiplicando verbi, azioni, emozioni, immagini. Disco che trova la sua origine nell’omonima collezione di racconti scritti dall’italo-americano John Fante e pubblicati negli anni Trenta del Novecento. Nelle parole degli stessi artisti, Dago Red si potrebbe tradurre approssimativamente come “Rosso terrone”. Intendendo il rosso come vino. Ed il “vino terrone” è vino rosso paesano, quello che forse non è amato dai palati raffinati dei sommelier ma che è forte, sincero e inebriante.

Il disco – e il live – è composto dalla rielaborazione di memorabilia del canzoniere napoletano che si mescolano a ciò che napoletano non è d’anagrafe ma che, altrettanto, appartiene allo spirito di questo affascinante duo di cittadini del mondo. Le pulsioni rock, soul, blues, reggae del combo fanno pace – ci provano, perlomeno – con quelle di canzoni che illustrano una terra per esperienze itineranti, multicolor, wop. Ossia, senza passaporto.

È così che naturalmente, Lacreme napulitane [firmata da Bovio-Buongiovanni] si specchia nella Immigrant Punk dei Gogol Bordello di Eugene Hutz. Che ’a muntagna vesuviana, il Vesuvio di Tu ca nun chiagne [Libero Bovio-Ernesto De Curtis], diventa the mountain che scalano The Who in See Me, Feel Me. Nello scenario della Carmela immaginata da Sergio Bruni e Salvatore Palomba a un tratto si accomoda persino Leonard Cohen [I’m Your Man] mentre la guerra descritta dalle strofe laceranti di ’O surdato ‘nnammurato viene esorcizzata da Give Me Love di George Harrison. Tutto scorre senza confini musicali, culturali e ideologici: persino Maruzzella di Renato Carosone fa un bagno nel Mediterraneo orientale e si reinventa in ebraico. Nel viaggio a ritroso, si attraversano con sorprendente simbiosi la Campagna narrata da James Senese e Franco Del Prete e il Rastaman Chant di Bob Marley, fino a giungere ad un Festival di Sanremo di metà anni ’70, che ridona l’opportunità di reinterpretare magicamente l’Ipocrisia di Angela Luce, ribaltandone il sentimento al maschile.

 

 

Per informazioni e biglietti (da 10 a 15 euro):

 

Teatro Rossini (0733 812936) tre giorni precedenti lo spettacolo dalle ore 18 alle ore 20 e in tutti i giorni e orari di apertura Cinema

Teatro Cecchetti (0733 817550) il giorno di spettacolo dalle ore 18.30

AMAT (071 2072439) dal lunedì al venerdì dalle ore 10 alle ore 16

 

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Published on: 4 Maggio 2015

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