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Civitanova Danza, in scena Occhio di Bue

Venerdì 5 febbraio al Teatro Annibal Caro di Civitanova Marche con Occhio di bue di Michele di Stefano proseguono gli appuntamenti di Civitanova Danza tutto l’anno, diciannovesima edizione della rassegna promossa dal Comune di Civitanova Marche, dall’Azienda Teatri di Civitanova e dall’AMAT. Grazie al sostegno delle Residenze Marche Spettacolo – progetto promosso da Direzione Generale per lo Spettacolo dal Vivo del MiBACT, Regione Marche, Consorzio Marche Spettacolo/AMAT – prosegue con questo spettacolo il progetto Civitanova casa della danza che vede ospitare in questi giorni al Teatro Annibal Caro le prove del lavoro che vede in scena “i sette deliziosi danzatori under 13 di Civitanova e dintorni che brillano già ben impostati al contemporaneo (provengono da scuole marchigiane). Daria Del Moro, Sofia La Pietra, Elisabetta Poeta, Riccardo Marcatili, Serena Boccaccini, Nicole Cafarella e Alice Saccuti guidati da Michele di Stefano fanno deflagrare la loro pulita, smagliante energia in linee, giri, disarticolazioni, saette di movimento dopo una prima misteriosa parte in cui avvolti da strani velari sono solo sagome di fantasmi o stalattiti”, come scriveva Silvia Poletti su “Delteatro” in occasione del debutto dello spettacolo la scorsa estate.
Debutto prestigioso quello di Occhio di bue e dei giovani danzatori marchigiani, lo scorso giugno alla Biennale di Venezia – sezione Danza – dove lo spettacolo è stato proposto e sostenuto nell’ambito del progetto Vita Nova, realizzato in collaborazione con AMAT e Civitanova Marche, partner scelti nelle Marche dalla Biennale per questo progetto ideato e fortemente voluto dal direttore Virgilio Sieni, mirato a dar forma a un repertorio di danza contemporanea rivolto a giovani danzatori di età compresa tra i 10 e i 15 anni.

“Generalmente quando lavoro a una coreografia – afferma Michele di Stefano, direttore artistico di MK, formazione indipendente di punta della danza contemporanea e Leone d’argento 2014 -, divento sensibile al tempo dell’esitazione che circonda ogni azione e dinamica. È questo impiego del tempo a informare la qualità del corpo nell’azione. Una presa d’atto del circostante, che includa anche il riposo, come gesto d’amore nei confronti dello spazio. Il tempo dell’esitazione altro non e che il luogo preciso dove parlare dell’assoluta efficienza cronografica del corpo, perché la danza è essenzialmente impatto con l’esterno e rinvio al mittente di tutte le metafore. Dunque c’è qualcosa nel corpo di un danzatore che gli permette di generare in continuazione nell’atto questa qualità critica. Come se fosse in gioco una attitudine decisionale piuttosto che un percorso dinamico. Di fatto noi prendiamo le decisioni insieme al performer e per questo riusciamo a seguirlo anche se non ci parla. Prendiamo il tempo con lui. Metri e metri di fuga. La coreografia sembra una scena di caccia, una scrittura rupestre, azione sempre iscritta tra l’attacco e la fuga. Il corpo sempre in un “tra”. I gesti prodotti in questo luogo indifferente e intermedio, sospeso tra spietatezza animale e tenerezza critica, lasciano trapelare una placidità che e efficienza dell’aperto. Luogo prima del linguaggio. Occhio del bue”.

Biglietto 12 euro, ridotto 10 euro. Informazioni: Teatro Rossini 0733 812936, Teatro Annibal Caro 0733 892101. Inizio spettacolo ore 21.15.

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Published on: 1 Febbraio 2016

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